Saluzzo
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In queste terre
pare che vivessero Liguri, Vagienni, poi Salluvi. I Romani le conquistarono,
con la Gallia Cisalpina, verso il 200 a.C. ad opera del console Marco Fulvio
Flacco. Non si conoscono fatti storici per tutto il periodo dell'impero Romano,
cioè fino al V secolo, e per altri 500 anni ancora, durante il quale
il territorio appartenne forse ai Longobardi e poi ai Carolingi.
Intorno all'anno 1000 il luogo - costituito da un insieme di borghi - è
una curtis alle dirette dipendenze del Marchese di Torino, Olderico Manfredi,
della famiglia degli Arduinici. In seguito divenne feudo di un suo discendente,
Bonifacio del Vasto che a sua volta, poco dopo il 1125, lo trasmette ai figli.
Di questi, Manfredo, fissa la sua residenza a Saluzzo e si riserva la regione
tra le Alpi, il Po e la Stura di Demonte, che diviene formalmente marchesato
con il figlio Manfredo II.
La nuova entità
incontra subito ostilità da parte dei comuni di Cuneo e di Asti e deve
fare i conti con le ambizioni territoriali dei Savoia. Con questi Manfredo
II viene a patti già nel 1213; due anni dopo la sua vedova, Alasia
di Monferrato, reggente durante la minore età del nipote Manfredo III,
è costretta a riconoscere una stanziale subordinazione rendendo omaggio
ai Savoia per la terra di Barge e di altri luoghi. Su questi atti si fonderanno
in seguito le pretese accampate dei Savoia, causa di conflitti e invasioni.
Tuttavia il marchesato si consolida all'interno e amplia i suoi confini. Alla
morte di Tommaso I ha annesso anche Cuneo e i paesi della valle della Stura.
I centri maggiori sono in sviluppo e Saluzzo si è costituita in Comune
retto da un podestà; i rapporti tra città e casa marchionale
sono regolati da accordi particolari.
Da
visitare:
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La floridezza
e la posizione strategica, però, non giovano ad una piccola comunità
compressa tra due potenze assai più grandi: da una parte i Savoia,
dall'altra la Francia degli Angioini che intende valicare le Alpi. I marchesi
di Saluzzo non seguono una linea chiara di alleanza, ma si appoggiano all'una
o all'altra parte a seconda delle convenienze del momento, dando luogo a complicate
vicende giudiziarie e guerresche. A queste si intrecciano poi le lotte interne
tra eredi, che sfociano talvolta in conflitti armati. A più riprese
Saluzzo deve sopportare gli assedi portati dai Savoia. Sempre, però,
i marchesi riescono a mantenere il possesso dei loro territori, sia pure a
costo di omaggi prestati e di pesanti conseguenze economiche.
La Francia fa pure la sua parte: il Parlamento di Parigi, investito della
questione, si pronuncia ovviamente a suo favore; il re ordina il sequestro
del marchesato nel 1485, poi lo rende a Ludovico II in cambio della promessa
di fedeltà. Ma, approfittando delle lotte tra gli eredi, dopo la morte
di questo grande marchese, re Ferdinando I si attribuisce la signoria dello
Stato. Gabriele, quintogenito di Ludovico II, è l'ultimo a riceverlo
in feudo. Alla sua morte i rappresentanti dei Comuni si riuniscono in Saluzzo
e deliberano di chiedere l'annessione alla Francia.
Nel 1549 Enrico
II unisce il marchesato di Saluzzo al Delfinato. L'annessione è convalidata
nel 1559 dal trattato di pace di Cateau-Cambrésis. Ma nel 1588 Carlo
Emanuele I di Savoia, approfittando delle guerre di religione in Francia,
occupa tutto il territorio. Dieci anni dopo, la pace di Vervins tra Spagna
e Francia, con la partecipazione dei Savoia, lascia irrisolta la questione
di Saluzzo, provocando la ripresa di ostilità tra Carlo Emanuele ed
Enrico IV. Sarà la pace di Lione (1601), con la mediazione papale,
ad assegnare ai Savoia il Saluzzese in cambio di alcuni territori al di là
delle Alpi.
In seguito si registrarono brevi occupazioni francesi, ma Saluzzo rimase dei
Savoia, entrando a far parte del regno di Sardegna, con la sola parentesi
napoleonica (1796-1814) che la vide annessa all'impero francese nella dipartimento
della Stura.
Il
Marchesato di Saluzzo; un potere del Piemonte feudale che conserva ancora
oggi un nitido profilo, per l'incontro di un'edilizia signorile della raffinata
arte di corte e di una civile arte del vivere, che ha lasciato la sua impronta
in tanti centri storici.
Per secoli questo piccolo ma brillante Stato feudale é stato la cerniera
fra il Piemonte, la Francia e la Liguria, assimilando lo stile e la cultura
del gotico d'oltralpe ma aprendosi anche al respiro dell'Umanesimo e del Rinascimento
italiano.
Nel Piemonte di oggi non c'è l'equivalente del centro storico di Saluzzo,
la piccola "Siena delle Alpi" che sembra essersi fermata nell'incantevole
atmosfera del Quattrocento.
Un itinerario
minimo toccherà il convento di San Giovanni e la Cappella Marchionale,
sepolcreto dei Marchesi, il Museo di Casa Cavassa che conseva la Pala della
Misericordia di Hans Clemer, la Salita al Castello con i prospetti affrescati
dei Palazzi di Città e delle Arti Liberali, il Duomo dell'Assunta.
Ancora adesso i castelli di Revello, Castellar, la Morra, Manta, Costigliole,
Montemale accolgono chiunque entri nelle valli del Po, Varaita, Maira, Grana
come altrettanti presidi del potere marchionale.
Un' edilizia castellana. Un mondo di vigneti, monasteri e silenziose borgate
dove domina il laterizio della pianura, che lascia il posto, entrando nelle
valli, alla antica e sapiente civiltà della pietra scolpita.
Tratto da :
Storia arte e fede
nelle valli dei Marchesi di Saluzzo - itinerari per pellegrini e turisti
nell'anno del Giubileo
edito a cura di :
Ente Turismo
del Saluzzese,
delle Valli Maira, Po-Bronda-Infernotto e Varaita
http://www.terredelmarchesato.it
e.mail : info@terredelmarchesato.it
Percorsi
cicloturistici della zona